Si avvicina ai vetri appannati, gli piace disegnare su di essi col suo indice. A volte delinea note musicali, altre volte gioca con parole che rapidamente cancella. Mou, il padrone del Bar, mi ha dato strette indicazioni di pulire tutti i vetri. Non vorrei interrompere il Sig.. Evanescente, così l'ho soprannominato per il suo affanno di far evaporare velocemente quello che delinea sui vetri. È già tardi, devo pulire quel vetro e l'inamovibile, mi guarda con un certo sarcasmo. Gli sorrisi e quella fu la mia peggiore decisione. Non voglio avere nessun tipo di inconveniente nel lavoro. Non li ho. Mi avvicino falle finestre e vedo un cuore del volume di un pugno. Non avanzo più, preferisco rimanere quieta. Osservo ed egli non c'è. Preferisco sperare che il condensato amore diluisca il disegno.
Del libro inedito Nel bar del "angolo" di Ana Caliyuri e Cristian Cano
Trad: Raffaele Serafino Caligiuri
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